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Umberto Veronesi afferma ai microfoni di rainews24: la sigaretta elettronica non è cancerogena

la sigaretta elettronica non è cancerogena

Umberto Veronesi afferma ai microfoni di rainews24: la sigaretta elettronica non è cancerogena

Il noto oncologo torna a parlare della sigaretta elettronica

In occasione della “maratona” dedicata dalle reti Rai alla Giornata per la Ricerca sul Cancro il 4 novembre scorso, Veronesi ha affermato che la sigaretta elettronica non è cancerogena.
Non è presente il tabacco e non c’è combustione. Questi sono i due elementi alla base del tumore al polmone e dei danni al sistema cardiovascolare.
Veronesi sostiene che la sigaretta elettronica sia una grande passo in avanti dal punto di vista tecnologico, in quanto non si nega al fumatore il “piacere” di avere una sigaretta tra le labbra, di aspirare qualcosa (vapore acqueo, invece che fumo), di compiere quei gesti rituali, ma gli si propone uno strumento che è “tabacco free”.

Per martedì 5 novembre, l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, ha organizzato un incontro per discutere delle potenzialità e dei rischi della sigaretta elettronica.

Le questioni principali da risolvere sono due:

  • L’analisi dei liquidi utilizzati per le sigarette elettroniche, in modo tale da poter esattamente valutare le conseguenze che questi hanno sulla salute degli svapatori;
  • L’utilità delle sigarette elettroniche per chi vuole smettere di fumare.

Ad oggi sono stati fatti ancora pochi studi in grado di misurare l’efficacia delle sigarette elettroniche nella disassuefazione dal fumo.

Veronesi afferma che se tutti i fumatori iniziassero ad utilizzare la sigaretta elettronica, si avrebbe un enorme risparmio, sia a livello di “vite umane”, sia a livello economico, poiché ogni anno vengono stanziati 3 miliardi di euro per le cure delle malattie causate dal fumo.

“Il tabacco causa ogni giorno, solo in Italia, più di cento morti. Di fronte a questa epidemia credo si debbano incoraggiare gli studi e le sperimentazioni in corso, e attendere i risultati. Ogni strumento che può aiutare il fumatore a liberarsi dalla sua schiavitù deve essere considerato e valutato secondo seri e rigorosi protocolli scientifici: la sigaretta elettronica è uno di questi strumenti e quando avremo a disposizione i dati sulla sua efficacia, potremo stabilire con chiarezza la sua validità.
Nel frattempo, opporsi a questo mezzo sulla base di pure ipotesi, è un danno per il progresso della nostra conoscenza sulla disassuefazione”.

Martedì mattina, all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), sono stati presentati i dati di uno studio pilota durato sei mesi con le importanti collaborazioni dell’Istituto Cardiologico Monzino e del San Raffaele. Sono stati presi in esame 65 forti fumatori, malati di cancro o di cuore, che hanno utilizzato una sigaretta elettronica senza nicotina per smettere di fumare.

Come affermato dal Dott. Cipolla, direttore dello IEO, “Dopo 6 mesi, aveva smesso il 60%, di coloro che avevano utilizzato la sigaretta elettronica. Anche chi non è riuscito a smettere, con la sigaretta elettronica, ha ridotto drasticamente il numero di sigarette tradizionali fumate.”

Sulla base di questi dati, sarebbe impensabile non continuare a studiare questa tecnologia che si contrappone al tabacco tradizionale.

Dallo IEO hanno annunciato un nuovo studio, con un numero di pazienti più ampio e seguiti più a lungo, e si stanno già reclutando i volontari.

 

ph credit: il Giornale

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