Panorama fa analizzare la sigaretta elettronica
Sono 2 milioni gli italiani che fumano la sigaretta elettronica, ma fa male?
Scopriamolo in questo articolo di Panorama!
Panorama ha fatto analizzare a un serio laboratorio indipendente di Milano (il Laboconsult) 4 flaconi di ricarica per sigarette elettroniche, 3dei quali contenenti nicotina, per verificare se contenessero sostanze dannose.
I risultati sono, in generale, tranquillizzanti. In quei flaconcini, acquistati in 4 punti vendita di Milano, non ci sono né metalli pesanti né idrocarburi policiclici aromatici, che sono cancerogeni. La nicotina è presente nelle dosi indicate in etichetta, e non c’è nella ricarica che se ne dichiara priva.
Unico neo è che la nicotina che i produttori usano per la e-cig non sempre è di qualità elevata. «Si tratta di livelli non preoccupanti» dichiara però Ferri, responsabile del laboratorio. «Parliamo di 0,008 milligrammi di toluene e 0,009 di xilene. La sigaretta vera ne contiene in concentrazioni di gran lunga superiori. Resta il fatto che in quella elettronica non dovrebbero esserci, e basta».
La e-cig, insomma, non dovrebbe contenere niente di più del previsto: aromi, glicole propilenico (un additivo alimentare), glicerina, acqua, nicotina a varie concentrazioni (da 4 a 24 mg).
La sigaretta elettronica è un oggettino modaiolo che attira soprattutto i giovani: il 23,6 % di chi ha tra 15 e 24 anni svapa, mentre l’11,6 fuma quelle vere. Ma al momento sfugge a ogni tentativo di normativa specifica: per ora è un prodotto di libera vendita, chiunque può improvvisarsi produttore, fiutando il business. Così circolano sigarette elettroniche fuori norma, e grossisti e commercianti vendono prodotti importati senza alcun controllo.
In quanto oggetto di libera vendita, la sigaretta elettronica deve avere il marchio CE, rispettare la direttiva per le apparecchiature elettroniche, e l’etichetta sui liquidi deve essere conforme alla circolare del ministero della Salute.
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