Complotti contro le sigarette elettroniche
Un accanimento a discapito della sigaretta elettronica, che dà da pensare
I consumatori non sono gli unici a nutrire interesse nei confronti questo dispositivo. Gli interessi delle lobby sono talvolta celati ma forti e sempre presenti, ed è evidente
Vediamo allora chi sono coloro che vogliono affondare il mercato della sigaretta elettronica in Italia e se esistono sul serio personaggi così oscuri da non volere che un dispositivo che tutela la salute pubblica muoia prima ancora di diffondersi. Bisogna arrivare alle teorie complottistiche, o si tratta solo di interessi economici macroscopici e di manovre internazionali che già in altri paesi hanno preso piede nel passato?
Innanzitutto è doveroso il riferimento al più famoso debunking della complessa storia delle sigarette elettroniche: la Food and Drug Administration (FDA), un’importante agenzia governativa statunitense, ha pubblicato nel 2009 uno studio che bocciava le sigarette elettroniche definendole come “potenzialmente pericolose”. Questo studio, dalla grandissima portata mediatica, si rivelò una grandiosa scempiaggine, effettuato con metodi criminosamente antiscientifici e provocò l’ira delle industrie manifatturiere di sigarette elettroniche, che denunciarono quest’organismo scientifico, ottenendo la ragione dai tribunali che concessero ai produttori di sigarette elettroniche un importante risarcimento a fronte dei danni economici causati da questa diffamazione.
Come non citate poi i Paesi dell’America del Sud come Panama, Uruguay e Brasile, che basano la propria economia sulla produzione ed esportazione del tabacco, e che hanno direttamente vietato l’uso e la commercializzazione delle sigarette elettroniche. È molto chiaro capire che dietro questa scelta si nascondono senza alcun dubbio, ragioni di tipo economico.
E le Big Pharmas? Ogni anno società farmaceutiche di grande rilievo immettono sul mercato tonnellate di farmaci per la terapia delle malattie cardiovascolari (delle quali il fumo è uno dei principali responsabili), e per il trattamento chemioterapico dei tumori. È un mercato di miliardi di dollari, con investimenti stratosferici a fronte di guadagni ancora più immensi che fanno leva sull’ingentissima spesa sostenuta da tutte le nazioni mondiali per sopperire alle necessità terapeutiche dei propri cittadini, che si trovano costretti ad affrontare l’orrore della morte. Come potrebbero agevolare uno strumento che consente di ridurre i rischi di tali patologie?
Ma l’orrore vero è scoprire che società di grandissimo rilievo scientifico come l’American Academy of Pediatrics, l’American Cancer Society o l’American Heart Association, abbiano ricevuto centinaia di migliaia di dollari dalla Pfizer per chiedere che la sigaretta elettronica venisse bandita. La Pfizer produce infatti il Chantix, un prodotto registrato per la disassuefazione dal tabacco, che vedrebbe nella sigaretta elettronica un concorrente terrificante. Già, perché le Big Pharma, oltre che i chemioterapici, producono anche il cerotto, le gomme da masticare e le tavolette, che mai in decenni hanno raggiunto i numeri che la sigaretta elettronica ha ottenuto in pochi anni in relazione alle percentuali di fumatori che hanno smesso.
È evidente quindi che sono troppo forti e potenti le entità che “complottano” contro la sigaretta elettronica. Interessi economici che, al posto di tutelare la salute dei cittadini, favoriscono le potenze ai danni della salute e quindi della spesa pubblica…